Legge 7 dicembre 2000, n. 383
"Disciplina delle
associazioni di promozione sociale"
pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale n. 300 del 27 dicembre 2000
Capo I
DISPOSIZIONI GENERALI
Art. 1.
(Finalità e oggetto della
legge)
1. La Repubblica riconosce il valore sociale
dell’associazionismo liberamente costituito e delle sue molteplici attività come
espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo; ne promuove lo sviluppo
in tutte le sue articolazioni territoriali, nella salvaguardia della sua
autonomia; favorisce il suo apporto originale al conseguimento di finalità di
carattere sociale, civile, culturale e di ricerca etica e spirituale.
2. La presente legge, in attuazione degli articoli 2, 3,
secondo comma, 4, secondo comma, 9 e 18 della Costituzione, detta princìpi
fondamentali e norme per la valorizzazione dell’associazionismo di promozione
sociale e stabilisce i princìpi cui le regioni e le province autonome devono
attenersi nel disciplinare i rapporti fra le istituzioni pubbliche e le
associazioni di promozione sociale nonchè i criteri cui debbono uniformarsi le
amministrazioni statali e gli enti locali nei medesimi rapporti.
3. La presente legge ha, altresì, lo scopo di favorire il formarsi di nuove
realtà associative e di consolidare e rafforzare quelle già esistenti che
rispondono agli obiettivi di cui al presente articolo.
Art. 2.
(Associazioni di promozione
sociale)
1. Sono considerate associazioni di promozione sociale le
associazioni riconosciute e non riconosciute, i movimenti, i gruppi e i loro
coordinamenti o federazioni costituiti al fine di svolgere attività di utilità
sociale a favore di associati o di terzi, senza finalità di lucro e nel pieno
rispetto della libertà e dignità degli associati.
2. Non sono considerate associazioni di promozione sociale,
ai fini e per gli effetti della presente legge, i partiti politici, le
organizzazioni sindacali, le associazioni dei datori di lavoro, le associazioni
professionali e di categoria e tutte le associazioni che hanno come finalità la
tutela esclusiva di interessi economici degli associati.
3. Non costituiscono altresì associazioni di promozione sociale i circoli
privati e le associazioni comunque denominate che dispongono limitazioni con
riferimento alle condizioni economiche e discriminazioni di qualsiasi natura in
relazione all’ammissione degli associati o prevedono il diritto di
trasferimento, a qualsiasi titolo, della quota associativa o che, infine,
collegano, in qualsiasi forma, la partecipazione sociale alla titolarità di
azioni o quote di natura patrimoniale.
Art. 3.
(Atto costitutivo e statuto)
1. Le associazioni di promozione sociale si costituiscono con
atto scritto nel quale deve tra l’altro essere indicata la sede legale. Nello
statuto devono essere espressamente previsti:
a)
la denominazione;
b)
l’oggetto sociale;
c) l’attribuzione della rappresentanza legale dell’associazione;
d) l’assenza di fini di lucro e la previsione che i proventi delle
attività non possono, in nessun caso, essere divisi fra gli associati, anche in
forme indirette;
e) l’obbligo di reinvestire l’eventuale avanzo di gestione a favore di
attività istituzionali statutariamente previste;
f) le norme sull’ordinamento interno ispirato a princìpi di democrazia e
di uguaglianza dei diritti di tutti gli associati, con la previsione
dell’elettività delle cariche associative. In relazione alla particolare natura
di talune associazioni, il Ministro per la solidarietà sociale, sentito
l’Osservatorio nazionale di cui all’articolo 11, può consentire deroghe alla
presente disposizione;
g) i criteri per l’ammissione e l’esclusione degli associati ed i loro
diritti e obblighi;
h) l’obbligo di redazione di rendiconti economico-finanziari, nonchè le
modalità di approvazione degli stessi da parte degli organi statutari;
i) le modalità di scioglimento dell’associazione;
l) l’obbligo di devoluzione del patrimonio residuo in caso di
scioglimento, cessazione o estinzione, dopo la liquidazione, a fini di utilità
sociale.
Art. 4.
(Risorse economiche)
1. Le associazioni di promozione sociale traggono le risorse
economiche per il loro funzionamento e per lo svolgimento delle loro attività
da:
a)
quote e contributi degli associati;
b)
eredità, donazioni e legati;
c) contributi dello Stato, delle regioni, di enti locali, di enti o di
istituzioni pubblici, anche finalizzati al sostegno di specifici e documentati
programmi realizzati nell’ambito dei fini statutari;
d) contributi dell’Unione europea e di organismi internazionali;
e) entrate derivanti da prestazioni di servizi convenzionati;
f) proventi delle cessioni di beni e servizi agli associati e a terzi,
anche attraverso lo svolgimento di attività economiche di natura commerciale,
artigianale o agricola, svolte in maniera ausiliaria e sussidiaria e comunque
finalizzate al raggiungimento degli obiettivi istituzionali;
g) erogazioni liberali degli associati e dei terzi;
h) entrate derivanti da iniziative promozionali finalizzate al proprio
finanziamento, quali feste e sottoscrizioni anche a premi;
i) altre entrate compatibili con le finalità sociali dell’associazionismo
di promozione sociale.
2. Le associazioni di promozione sociale sono tenute per
almeno tre anni alla conservazione della documentazione, con l’indicazione dei
soggetti eroganti, relativa alle risorse economiche di cui al comma 1, lettere
b), c), d), e), nonchè, per le risorse economiche di cui alla lettera g),
della documentazione relativa alle erogazioni liberali se finalizzate alle
detrazioni di imposta e alle deduzioni dal reddito imponibile di cui
all’articolo 22.
Art. 5.
(Donazioni ed eredità)
1. Le associazioni di promozione sociale prive di personalità
giuridica possono ricevere donazioni e, con beneficio di inventario, lasciti
testamentari, con l’obbligo di destinare i beni ricevuti e le loro rendite al
conseguimento delle finalità previste dall’atto costitutivo e dallo statuto.
2. I beni pervenuti ai sensi del comma 1 sono intestati alle
associazioni. Ai fini delle trascrizioni dei relativi acquisti si applicano gli
articoli 2659 e 2660 del codice civile.
Art. 6.
(Rappresentanza)
1. Le associazioni di promozione sociale anche non
riconosciute sono rappresentate in giudizio dai soggetti ai quali, secondo lo
statuto, è conferita la rappresentanza legale.
2. Per le obbligazioni assunte dalle persone che
rappresentano l’associazione di promozione sociale i terzi creditori devono far
valere i loro diritti sul patrimonio dell’associazione medesima e, solo in via
sussidiaria, possono rivalersi nei confronti delle persone che hanno agito in
nome e per conto dell’associazione.
Capo II
REGISTRI E OSSERVATORI
DELL’ASSOCIAZIONISMO
Sezione I
Registri nazionale,
regionali e provinciali
Art. 7.
(Registri)
1. Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri –
Dipartimento per gli affari sociali è istituito un registro nazionale al quale
possono iscriversi, ai fini dell’applicazione della presente legge, le
associazioni di promozione sociale a carattere nazionale in possesso dei
requisiti di cui all’articolo 2, costituite ed operanti da almeno un anno. Alla
tenuta del registro si provvede con le ordinarie risorse finanziarie, umane e
strumentali del Dipartimento per gli affari sociali.
2. Per associazioni di promozione sociale a carattere
nazionale si intendono quelle che svolgono attività in almeno cinque regioni ed
in almeno venti province del territorio nazionale.
3. L’iscrizione nel registro nazionale delle associazioni a carattere nazionale
comporta il diritto di automatica iscrizione nel registro medesimo dei relativi
livelli di organizzazione territoriale e dei circoli affiliati, mantenendo a
tali soggetti i benefici connessi alla iscrizione nei registri di cui al comma
4.
4. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano istituiscono,
rispettivamente, registri su scala regionale e provinciale, cui possono
iscriversi tutte le associazioni in possesso dei requisiti di cui all’articolo
2, che svolgono attività, rispettivamente, in ambito regionale o provinciale.
Art. 8.
(Disciplina del procedimento
per le iscrizioni ai registri nazionale, regionali e provinciali)
1. Il Ministro per la solidarietà sociale, entro centoventi
giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, emana un apposito
regolamento che disciplina il procedimento per l’emanazione dei provvedimenti di
iscrizione e di cancellazione delle associazioni a carattere nazionale nel
registro nazionale di cui all’articolo 7, comma 1, e la periodica revisione
dello stesso, nel rispetto della legge 7 agosto 1990, n. 241.
2. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano
disciplinano con proprie leggi, entro centottanta giorni dalla data di entrata
in vigore della presente legge, l’istituzione dei registri di cui all’articolo
7, comma 4, i procedimenti per l’emanazione dei provvedimenti di iscrizione e di
cancellazione delle associazioni che svolgono attività in ambito regionale o
provinciale nel registro regionale o provinciale nonchè la periodica revisione
dei registri regionali e provinciali, nel rispetto dei princìpi della legge 7
agosto 1990, n. 241. Le regioni e le province autonome trasmettono altresì
annualmente copia aggiornata dei registri all’Osservatorio nazionale di cui
all’articolo 11.
3. Il regolamento di cui al comma 1 e le leggi regionali e provinciali di cui al
comma 2 devono prevedere un termine per la conclusione del procedimento e
possono stabilire che, decorso inutilmente il termine prefissato, l’iscrizione
si intenda assentita.
4. L’iscrizione nei registri è condizione necessaria per stipulare le
convenzioni e per usufruire dei benefici previsti dalla presente legge e dalle
leggi regionali e provinciali di cui al comma 2.
Art. 9.
(Atti soggetti ad iscrizione
nei registri)
1. Nei registri di cui all’articolo 7 devono risultare l’atto
costitutivo, lo statuto, la sede dell’associazione e l’ambito territoriale di
attività.
2. Nei registri devono essere iscritti altresì le
modificazioni dell’atto costitutivo e dello statuto, il trasferimento della
sede, le deliberazioni di scioglimento.
Art. 10.
(Ricorsi avverso i
provvedimenti relativi alle iscrizioni e alle cancellazioni)
1. Avverso i provvedimenti di rifiuto di iscrizione e avverso
i provvedimenti di cancellazione è ammesso ricorso in via amministrativa, nel
caso si tratti di associazioni a carattere nazionale, al Ministro per la
solidarietà sociale, che decide previa acquisizione del parere vincolante
dell’Osservatorio nazionale di cui all’articolo 11; nel caso si tratti di
associazioni che operano in ambito regionale o nell’ambito delle province
autonome di Trento e di Bolzano, al presidente della giunta regionale o
provinciale, previa acquisizione del parere vincolante dell’osservatorio
regionale previsto dall’articolo 14.
2. Avverso i provvedimenti di rifiuto di iscrizione e avverso
i provvedimenti di cancellazione è ammesso, in ogni caso, entro sessanta giorni,
ricorso al tribunale amministrativo regionale competente, che decide, in camera
di consiglio, nel termine di trenta giorni dalla scadenza del termine per il
deposito del ricorso, sentiti i difensori delle parti che ne abbiano fatto
richiesta. La decisione del tribunale è appellabile, entro trenta giorni dalla
sua notifica, al Consiglio di Stato, il quale decide con le stesse modalità
entro sessanta giorni.
Sezione II
Osservatorio nazionale
e osservatori
regionali dell’associazionismo
Art. 11.
(Istituzione e composizione
dell’Osservatorio nazionale)
1. In sede di prima attuazione della presente legge, con
decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per
la solidarietà sociale, è istituito l’Osservatorio nazionale
dell’associazionismo, di seguito denominato "Osservatorio", presieduto dal
Ministro per la solidarietà sociale, composto da 26 membri, di cui 10
rappresentanti delle associazioni a carattere nazionale maggiormente
rappresentative, 10 rappresentanti estratti a sorte tra i nominativi indicati da
altre associazioni e 6 esperti.
2. Le associazioni di cui al comma 1 devono essere iscritte
nei registri ai rispettivi livelli.
3. L’Osservatorio elegge un vicepresidente tra i suoi componenti di espressione
delle associazioni.
4. L’Osservatorio si riunisce al massimo otto volte l’anno, dura in carica tre
anni ed i suoi componenti non possono essere nominati per più di due mandati.
5. Per il funzionamento dell’Osservatorio è autorizzata la spesa massima di lire
225 milioni per il 2000 e di lire 450 milioni annue a decorrere dal 2001.
6. Entro tre anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il
Ministro per la solidarietà sociale, sentite le Commissioni parlamentari
competenti, emana un regolamento per disciplinare le modalità di elezione dei
membri dell’Osservatorio nazionale da parte delle associazioni di promozione
sociale iscritte nei registri nazionale e regionali.
7. Alle attività di segreteria connesse al funzionamento dell’Osservatorio si
provvede con le ordinarie risorse finanziarie, umane e strumentali del
Dipartimento per gli affari sociali.
Art. 12.
(Funzionamento e attribuzioni)
1. Per lo svolgimento dei suoi compiti l’Osservatorio, che ha
sede presso il Dipartimento per gli affari sociali, adotta un apposito
regolamento entro sessanta giorni dall’insediamento.
2. Con regolamento, approvato con decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri ai sensi della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro
sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono
disciplinati le procedure per la gestione delle risorse assegnate
all’Osservatorio e i rapporti tra l’Osservatorio e il Dipartimento per gli
affari sociali.
3. All’Osservatorio sono assegnate le seguenti competenze:
a)
assistenza alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per gli
affari sociali, nella tenuta e nell’aggiornamento del registro nazionale;
b)
promozione di studi e ricerche sull’associazionismo in Italia e all’estero;
c) pubblicazione di un rapporto biennale sull’andamento del fenomeno
associativo e sullo stato di attuazione della normativa europea, nazionale e
regionale sull’associazionismo;
d) sostegno delle iniziative di formazione e di aggiornamento per lo
svolgimento delle attività associative nonchè di progetti di informatizzazione e
di banche dati nei settori disciplinati dalla presente legge;
e) pubblicazione di un bollettino periodico di informazione e promozione
di altre iniziative volte alla diffusione della conoscenza dell’associazionismo,
al fine di valorizzarne il ruolo di promozione civile e sociale;
f) approvazione di progetti sperimentali elaborati, anche in
collaborazione con gli enti locali, dalle associazioni iscritte nei registri di
cui all’articolo 7 per fare fronte a particolari emergenze sociali e per
favorire l’applicazione di metodologie di intervento particolarmente avanzate;
g) promozione di scambi di conoscenze e forme di collaborazione fra le
associazioni di promozione sociale italiane e fra queste e le associazioni
straniere;
h) organizzazione, con cadenza triennale, di una conferenza nazionale
sull’associazionismo, alla quale partecipino i soggetti istituzionali e le
associazioni interessate;
i) esame dei messaggi di utilità sociale redatti dalle associazioni
iscritte nei registri di cui all’articolo 7, loro determinazione e trasmissione
alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
4. Per lo svolgimento dei propri compiti l’Osservatorio si
avvale delle risorse umane e strumentali messe a disposizione dal Dipartimento
per gli affari sociali.
5. Per gli oneri derivanti dall’attuazione del presente
articolo è autorizzata la spesa massima di lire 745 milioni per il 2000 e di
lire 1.490 milioni annue a decorrere dal 2001.
Art. 13.
(Fondo per l’associazionismo)
1. È istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei
ministri – Dipartimento per gli affari sociali, il Fondo per l’associazionismo,
finalizzato a sostenere finanziariamente le iniziative ed i progetti di cui alle
lettere d) e f) del comma 3 dell’articolo 12.
2. Per il funzionamento del Fondo è autorizzata la spesa
massima di lire 4.650 milioni per il 2000, 14.500 milioni per il 2001 e 20.000
milioni annue a decorrere dal 2002.
Art. 14.
(Osservatori regionali)
1. Le regioni istituiscono osservatori regionali per
l’associazionismo con funzioni e modalità di funzionamento da stabilire con la
legge regionale di cui all’articolo 8, comma 2.
2. Per gli oneri derivanti dall’attuazione del presente
articolo e dell’articolo 7, comma 4, è autorizzata la spesa di lire 150 milioni
per il 2000 e di lire 300 milioni annue a decorrere dal 2001.
3. Al riparto delle risorse di cui al comma 2 si provvede con decreto del
Ministro per la solidarietà sociale, sentita la Conferenza permanente per i
rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.
Art. 15.
(Collaborazione dell’ISTAT)
1. L’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) è tenuto a
fornire all’Osservatorio adeguata assistenza per l’effettuazione di indagini
statistiche a livello nazionale e regionale e a collaborare nelle medesime
materie con gli osservatori regionali.
2. Per gli oneri derivanti dall’attuazione del presente
articolo è autorizzata la spesa di lire 50 milioni per il 2000 e di lire 100
milioni annue a decorrere dal 2001.
Art. 16.
(Rapporti con l’Osservatorio
nazionale per il volontariato)
1. L’Osservatorio svolge la sua attività in collaborazione
con l’Osservatorio nazionale per il volontariato di cui all’articolo 12 della
legge 11 agosto 1991, n. 266, sulle materie di comune interesse.
2. L’Osservatorio e l’Osservatorio nazionale per il
volontariato sono convocati in seduta congiunta almeno una volta all’anno, sotto
la presidenza del Ministro per la solidarietà sociale o di un suo delegato.
3. Per gli oneri derivanti dall’attuazione del presente articolo è autorizzata
la spesa massima di lire 50 milioni annue a decorrere dal 2000.
Art. 17.
(Partecipazione alla
composizione del CNEL)
1. L’Osservatorio e l’Osservatorio nazionale per il
volontariato designano dieci membri del Consiglio nazionale dell’economia e del
lavoro (CNEL), scelti fra le persone indicate dalle associazioni di promozione
sociale e dalle organizzazioni di volontariato maggiormente rappresentative.
2. L’alinea del comma 1 dell’articolo 2 della legge 30
dicembre 1986, n. 936, è sostituito dal seguente: "Il Consiglio nazionale
dell’economia e del lavoro è composto di esperti, rappresentanti delle
associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni di volontariato e
rappresentanti delle categorie produttive, in numero di centoventuno, oltre al
presidente, secondo la seguente ripartizione:".
3. All’articolo 2, comma 1, della citata legge n. 936 del 1986, dopo il numero
I), è inserito il seguente:
"1-bis) dieci rappresentanti delle associazioni di
promozione sociale e delle organizzazioni di volontariato dei quali,
rispettivamente, cinque designati dall’Osservatorio nazionale
dell’associazionismo e cinque designati dall’Osservatorio nazionale per il
volontariato;".
4. All’articolo 4 della citata legge n. 936 del 1986, dopo il comma 2 è inserito
il seguente:
"2-bis. I rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e delle
organizzazioni di volontariato sono designati ai sensi delle norme vigenti. Le
designazioni sono comunicate al Presidente del Consiglio dei ministri".
5. Per gli oneri derivanti dall’attuazione del presente articolo è autorizzata
la spesa massima di lire 240 milioni per il 2000 e di lire 482 milioni annue a
decorrere dal 2001.
Capo III
PRESTAZIONI DEGLI
ASSOCIATI, DISCIPLINA FISCALE E AGEVOLAZIONI
Sezione I
Prestazioni degli associati
Art. 18.
(Prestazioni degli associati)
1. Le associazioni di promozione sociale si avvalgono
prevalentemente delle attività prestate in forma volontaria, libera e gratuita
dai propri associati per il perseguimento dei fini istituzionali.
2. Le associazioni possono, inoltre, in caso di particolare
necessità, assumere lavoratori dipendenti o avvalersi di prestazioni di lavoro
autonomo, anche ricorrendo a propri associati.
Art. 19.
(Flessibilità nell’orario di
lavoro)
1. Per poter espletare le attività istituzionali svolte anche
in base alle convenzioni di cui all’articolo 30, i lavoratori che facciano parte
di associazioni iscritte nei registri di cui all’articolo 7 hanno diritto di
usufruire delle forme di flessibilità dell’orario di lavoro o delle turnazioni
previste dai contratti o dagli accordi collettivi, compatibilmente con
l’organizzazione aziendale.
Sezione II
Disciplina fiscale,
diritti
e altre agevolazioni
Art. 20.
(Prestazioni in favore dei
familiari degli associati)
1. Le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rese nei
confronti dei familiari conviventi degli associati sono equiparate, ai fini
fiscali, a quelle rese agli associati.
2. Per gli oneri derivanti dall’attuazione del presente
articolo è autorizzata la spesa massima di lire 2.700 milioni per il 2000, lire
5.400 milioni per il 2001 e lire 5.400 milioni a decorrere dal 2002.
Art. 21.
(Imposta sugli intrattenimenti)
1. In deroga alla disposizione di cui all’articolo 3, comma
3, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, come
modificato, da ultimo, dal decreto legislativo 26 febbraio 1999, n. 60, le quote
e i contributi corrisposti alle associazioni di promozione sociale non
concorrono alla formazione della base imponibile, ai fini dell’imposta sugli
intrattenimenti.
2. Per gli oneri derivanti dall’attuazione del presente
articolo è autorizzata la spesa massima di lire 3.500 milioni per il 2001 e lire
3.500 milioni a decorrere dal 2002.
Art. 22.
(Erogazioni liberali)
1. Al testo unico delle imposte sui redditi, approvato con
decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive
modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:
a)
all’articolo 13-bis:
1) al comma 1, relativo alle detrazioni di imposta per oneri sostenuti, dopo la
lettera i-ter) è aggiunta la seguente:
"i-quater) le erogazioni liberali in denaro, per importo non superiore a
4 milioni di lire, a favore delle associazioni di promozione sociale iscritte
nei registri previsti dalle vigenti disposizioni di legge. Si applica l’ultimo
periodo della lettera i-bis)";
2) al comma 3, relativo alla detrazione proporzionale, in capo ai singoli soci
di società semplice, afferente gli oneri sostenuti dalla società medesima, le
parole: "Per gli oneri di cui alle lettere a), g), h), h-bis), i) ed
i-bis)" sono sostituite dalle seguenti: "Per gli oneri di cui alle lettere
a), g), h), h-bis), i), i-bis) e i-quater)";
b) all’articolo 65, comma 2, relativo agli oneri di utilità sociale
deducibili ai fini della determinazione del reddito di impresa, dopo la lettera
c-septies) è aggiunta la seguente:
"c-octies) le erogazioni liberali in denaro, per importo non superiore a
3 milioni di lire o al 2 per cento del reddito di impresa dichiarato, a favore
di associazioni di promozione sociale iscritte nei registri previsti dalle
vigenti disposizioni di legge";
c)
all’articolo 110-bis, comma 1, relativo alle detrazioni di imposta per
oneri sostenuti da enti non commerciali, le parole: "oneri indicati alle lettere
a), g), h), h-bis), i) ed i-bis) del comma 1 dell’articolo 13-bis"
sono sostituite dalle seguenti: "oneri indicati alle lettere a), g), h),
h-bis), i), i-bis) e i-quater) del comma 1 dell’articolo 13-bis";
d) all’articolo 113, comma 2-bis, relativo alle detrazioni di
imposta per oneri sostenuti da società ed enti commerciali non residenti, le
parole: "oneri indicati alle lettere a), g), h), h-bis), i) ed i-bis)
del comma 1 dell’articolo 13-bis" sono sostituite dalle seguenti: "oneri
indicati alle lettere a), g), h), h-bis), i), i-bis) e i-quater)
del comma 1 dell’articolo 13-bis";
e) all’articolo 114, comma 1-bis, relativo alle detrazioni di
imposta per oneri sostenuti dagli enti non commerciali non residenti, le parole:
"oneri indicati alle lettere a), g), h), h-bis), i) ed i-bis)
del comma 1 dell’articolo 13-bis" sono sostituite dalle seguenti: "oneri
indicati alle lettere a), g), h), h-bis), i), i-bis) e i-quater)
del comma 1 dell’articolo 13-bis".
2. Per gli oneri derivanti dall’attuazione del presente
articolo è autorizzata la spesa massima di lire 71.500 milioni per il 2001 e
lire 41.000 milioni a decorrere dal 2002.
Art. 23.
(Tributi locali)
1. Gli enti locali possono deliberare riduzioni sui tributi
di propria competenza per le associazioni di promozione sociale, qualora non si
trovino in situazioni di dissesto ai sensi del decreto legislativo 25 febbraio
1995, n. 77, e successive modificazioni.
Art. 24.
(Accesso al credito agevolato e
privilegi)
1. Le provvidenze creditizie e fideiussorie previste dalle
norme per le cooperative e i loro consorzi sono estese, senza ulteriori oneri
per lo Stato, alle associazioni di promozione sociale e alle organizzazioni di
volontariato iscritte nei rispettivi registri che, nell’ambito delle convenzioni
di cui all’articolo 30, abbiano ottenuto l’approvazione di uno o più progetti di
opere e di servizi di interesse pubblico inerenti alle finalità istituzionali.
2. I crediti delle associazioni di promozione sociale per i
corrispettivi dei servizi prestati e per le cessioni di beni hanno privilegio
generale sui beni mobili del debitore ai sensi dell’articolo 2751-bis del
codice civile.
3. I crediti di cui al comma 2 sono collocati, nell’ordine dei privilegi, subito
dopo i crediti di cui alla lettera c) del secondo comma dell’articolo
2777 del codice civile.
Art. 25.
(Messaggi di utilità sociale)
1. Ai sensi dell’articolo 3 della legge 7 giugno 2000, n.
150, la Presidenza del Consiglio dei ministri trasmette alla società
concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo i messaggi di utilità
sociale ricevuti dall’Osservatorio.
2. All’articolo 6, primo comma, della legge 14 aprile 1975,
n. 103, dopo le parole: "alle associazioni nazionali del movimento cooperativo
giuridicamente riconosciute," sono inserite le seguenti: "alle associazioni di
promozione sociale iscritte nei registri nazionale e regionali,".
Art. 26.
(Diritto all’informazione ed
accesso ai documenti amministrativi)
1. Alle associazioni di promozione sociale è riconosciuto il
diritto di accesso ai documenti amministrativi di cui all’articolo 22, comma 1,
della legge 7 agosto 1990, n. 241.
2. Ai fini di cui al comma 1 sono considerate situazioni
giuridicamente rilevanti quelle attinenti al perseguimento degli scopi statutari
delle associazioni di promozione sociale.
Art. 27.
(Tutela degli interessi sociali
e collettivi)
1. Le associazioni di promozione sociale sono legittimate:
a)
a promuovere azioni giurisdizionali e ad intervenire nei giudizi promossi da
terzi, a tutela dell’interesse dell’associazione;
b)
ad intervenire in giudizi civili e penali per il risarcimento dei danni
derivanti dalla lesione di interessi collettivi concernenti le finalità generali
perseguite dall’associazione;
c) a ricorrere in sede di giurisdizione amministrativa per l’annullamento
di atti illegittimi lesivi degli interessi collettivi relativi alle finalità di
cui alla lettera b).
2. Le associazioni di promozione sociale sono legittimate
altresì ad intervenire nei procedimenti amministrativi ai sensi dell’articolo 9
della legge 7 agosto 1990, n. 241.
Art. 28.
(Accesso al Fondo sociale
europeo)
1. Il Governo, d’intesa con le regioni e con le province
autonome di Trento e di Bolzano, promuove ogni iniziativa per favorire l’accesso
delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni di volontariato
ai finanziamenti del Fondo sociale europeo per progetti finalizzati al
raggiungimento degli obiettivi istituzionali, nonchè, in collaborazione con la
Commissione delle Comunità europee, per facilitare l’accesso ai finanziamenti
comunitari, inclusi i prefinanziamenti da parte degli Stati membri e i
finanziamenti sotto forma di sovvenzioni globali.
Art. 29.
(Norme regionali e delle
province autonome)
1. Le leggi regionali e le leggi delle province autonome di
Trento e di Bolzano concorrono alla promozione e favoriscono lo sviluppo
dell’associazionismo di promozione sociale, salvaguardandone l’autonomia di
organizzazione e di iniziativa.
Art. 30.
(Convenzioni)
1. Lo Stato, le regioni, le province autonome di Trento e di
Bolzano, le province, i comuni e gli altri enti pubblici possono stipulare
convenzioni con le associazioni di promozione sociale, iscritte da almeno sei
mesi nei registri di cui all’articolo 7, per lo svolgimento delle attività
previste dallo statuto verso terzi.
2. Le convenzioni devono contenere disposizioni dirette a
garantire l’esistenza delle condizioni necessarie a svolgere con continuità le
attività stabilite dalle convenzioni stesse. Devono inoltre prevedere forme di
verifica delle prestazioni e di controllo della loro qualità nonchè le modalità
di rimborso delle spese.
3. Le associazioni di promozione sociale che svolgono attività mediante
convenzioni devono assicurare i propri aderenti che prestano tale attività
contro gli infortuni e le malattie connessi con lo svolgimento dell’attività
stessa, nonchè per la responsabilità civile verso terzi.
4. Con decreto del Ministro per la solidarietà sociale, di concerto con il
Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato, da emanare entro sei
mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono individuati
meccanismi assicurativi semplificati con polizze anche numeriche o collettive e
sono disciplinati i relativi controlli.
5. La copertura assicurativa di cui al comma 3 è elemento essenziale della
convenzione e gli oneri relativi sono a carico dell’ente con il quale viene
stipulata la convenzione medesima.
6. Le prescrizioni di cui al presente articolo si applicano alle convenzioni
stipulate o rinnovate successivamente alla data di entrata in vigore della
presente legge.
Art. 31.
(Strutture e autorizzazioni
temporanee per manifestazioni pubbliche)
1. Le amministrazioni statali, con le proprie strutture
civili e militari, e quelle regionali, provinciali e comunali possono prevedere
forme e modi per l’utilizzazione non onerosa di beni mobili e immobili per
manifestazioni e iniziative temporanee delle associazioni di promozione sociale
e delle organizzazioni di volontariato previste dalla legge 11 agosto 1991, n.
266, nel rispetto dei princìpi di trasparenza, di pluralismo e di uguaglianza.
2. Alle associazioni di promozione sociale, in occasione di
particolari eventi o manifestazioni, il sindaco può concedere autorizzazioni
temporanee alla somministrazione di alimenti e bevande in deroga ai criteri e
parametri di cui all’articolo 3, comma 4, della legge 25 agosto 1991, n. 287.
Tali autorizzazioni sono valide soltanto per il periodo di svolgimento delle
predette manifestazioni e per i locali o gli spazi cui si riferiscono e sono
rilasciate alla condizione che l’addetto alla somministrazione sia iscritto al
registro degli esercenti commerciali.
3. Le associazioni di promozione sociale sono autorizzate ad esercitare attività
turistiche e ricettive per i propri associati. Per tali attività le associazioni
sono tenute a stipulare polizze assicurative secondo la normativa vigente.
Possono, inoltre, promuovere e pubblicizzare le proprie iniziative attraverso i
mezzi di informazione, con l’obbligo di specificare che esse sono riservate ai
propri associati.
Art. 32.
(Strutture per lo svolgimento
delle attività sociali)
1. Lo Stato, le regioni, le province e i comuni possono
concedere in comodato beni mobili ed immobili di loro proprietà, non utilizzati
per fini istituzionali, alle associazioni di promozione sociale e alle
organizzazioni di volontariato previste dalla legge 11 agosto 1991, n. 266, per
lo svolgimento delle loro attività istituzionali.
2. All’articolo 1, comma 1, della legge 11 luglio 1986, n.
390, dopo la lettera b), è inserita la seguente:
"b-bis) ad associazioni di promozione sociale iscritte nei registri
nazionale e regionali;".
3. All’articolo 32, comma 3, della legge 23 dicembre 1994, n. 724, dopo le
parole: "senza fini di lucro," sono inserite le seguenti: "nonchè ad
associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale e
regionali,". Per gli oneri derivanti dall’attuazione del presente comma è
autorizzata la spesa di lire 1.190 milioni annue a decorrere dall’anno 2000.
4. La sede delle associazioni di promozione sociale ed i
locali nei quali si svolgono le relative attività sono compatibili con tutte le
destinazioni d’uso omogenee previste dal decreto del Ministro per i lavori
pubblici 2 aprile 1968, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 97 del 16
aprile 1968, indipendentemente dalla destinazione urbanistica.
5. Per concorrere al finanziamento di programmi di costruzione, di recupero, di
restauro, di adattamento, di adeguamento alle norme di sicurezza e di
straordinaria manutenzione di strutture o edifici da utilizzare per le finalità
di cui al comma 1, per la dotazione delle relative attrezzature e per la loro
gestione, le associazioni di promozione sociale sono ammesse ad usufruire, nei
limiti delle risorse finanziarie disponibili, di tutte le facilitazioni o
agevolazioni previste per i privati, in particolare per quanto attiene
all’accesso al credito agevolato.
Capo IV
DISPOSIZIONI
FINANZIARIE
Art. 33.
(Copertura finanziaria)
1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge,
valutato nella misura di lire 10.000 milioni per l’anno 2000, di lire 98.962
milioni per l’anno 2001 e di lire 73.962 milioni a decorrere dall’anno 2002, si
provvede mediante riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio
triennale 2000-2002, nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte
corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero del tesoro,
del bilancio e della programmazione economica per l’anno finanziario 2000, allo
scopo parzialmente utilizzando, quanto a lire 10.000 milioni per l’anno 2000,
lire 90.762 milioni per l’anno 2001 e lire 67.762 milioni a decorrere dall’anno
2002, l’accantonamento relativo al Ministero del tesoro, del bilancio e della
programmazione economica, e quanto a lire 8.200 milioni per l’anno 2001 e lire
6.200 milioni a decorrere dall’anno 2002, l’accantonamento relativo al Ministero
dell’ambiente.
2. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della
programmazione economica è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le
occorrenti variazioni di bilancio.
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